Biografia

Roberto Pertile è nato a Bassano del Grappa nel 1954.
Dopo la maturità artistica si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara, sezione scultura.

E’ stato docente di Discipline Plastiche al Liceo Artistico della Spezia ed ha lavorato nel campo della grafica pubblicitaria e dell’illustrazione.
Sue opere sono presenti nelle raccolte della Collezione Battolini al CAMeC – Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia e della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia.
È presente nel Dizionario degli artisti liguri a cura di G. Beringheli (1994 De Ferrari Editore) e nel Catalogo degli scultori italiani 2009 – 2010 (Editoriale Giorgio Mondadori).
Vive e lavora alla Spezia.

PRINCIPALE ATTIVITà ESPOSITIVA


La sua attività artistica è iniziata nel 1971 con esposizioni collettive, personali e con la realizzazione di opere pubbliche.

 

 

    1974

 VI Rassegna Biennale d’Arte Bientina, Pisa.

 Mostra alla Galleria Mare e Monti, Marina di Carrara.

 V Rassegna “Antica Ria”, Le Grazie- Portovenere.

 XX Mostra Nazionale Città di Viareggio.


   1975

 Mostra Nazionale “la Resistenza”, Santo Stefano Magra- SP

 Mostra “Golfo dei Poeti” (Regionale Ligure di grafica, sezione giovani).

 V Rassegna di Arti visive “Brunellesco”, Firenze.

 Rassegna Internazionale di scultura Monteriggioni, Siena.

 La Cornice d’Oro (Mostra Nazionale di pittura, grafica e scultura).


   1976

 II Rassegna della Grafica Italiana, Castelnuovo Magra – SP.

 Scultori e Artigiani in un Centro Storico, Pietrasanta – Lucca.

 Mostra di scultura Centro Storico di Nicola, Ortonovo – SP

 Forme nel verde, Mostra Internazionale di scultura, S. Quirico d’Orcia e Caprese Michelangelo.


   1977

 Personale al Centro Artistico Pagina Nuova, Carrara.

 Rassegna grafica Zignago (Comune di Zignago Amm. Provinciale della Spezia).

 Esecuzione di una scultura in bronzo per il Circolo M.M. della Spezia.


   1978

 Oltre il visibile “ Mimesi ed Immaginazione tra il Po e il Tevere, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo.


   1984

 Protagonisti dell’Arte Contemporanea Locale, Le Grazie – Portovenere.


   1986

 Personale di Scultura e Grafica nello spazio espositivo “Posa e Posa”, La Spezia.

 Esecuzione di un bassorilievo in bronzo per il Santuario di N.S. della Guardia, Vignale – La Spezia.

 Vetrina” Produzioni culturali giovanili dell’area mediterranea, Firenze.


   1987

 Mostra dei bozzetti partecipanti al concorso per il Monumento ai Caduti di Voltri - GE.

 V Rassegna d’Arte dell’Associazione Pittori, Scultori e Grafici della Provincia della Spezia, Montemarcello, Ameglia   – SP.

 Arte Insieme ‘87”, La Spezia.


   1988

 Expo Arte (Fiera Internazionale di Arte Contemporanea), Bari.

 Giovani Artisti Spezzini (Comune della Spezia, Ass. alla Cultura), Circolo Culturale Il Gabbiano, La Spezia.

 Mostra al Circolo Velico, La Spezia (Comune della Spezia, Ass. alla Cultura).

 Personale nella Torre Capitolare di Portovenere (Comune di Portovenere, Ass. alla Cultura).

 Un luogo della scultura: tendenze e suggestioni”, Festa Nazionale dell’Unità di Firenze e Accademia

 di Belle Arti di Carrara.

 Festa dei Pittori, Vezzano Ligure, La Spezia.

Viva la città viva”, Mostra di Pittura, Grafica e Scultura, La Spezia.


    1989

 Premio Italia”, Palazzo Pretorio, Certaldo – Firenze.

 Mostra al Centro Culturale “A. Del Santo”, La Spezia.

 Artisti per la Città”, La Spezia.

 Mostra alla Galleria del Candelaio, Firenze.

 Esecuzione del crest in bronzo per il Circolo M. M. “Agnes” della Spezia.

 Personale all’Associazione Culturale “Donatello”, Padova.


   1992

 Personale presso il Golf Hotel di Pontremoli, MS.

 Proposte 1”, LAB, Sala della Repubblica, Sarzana - SP.


   1995

 Mostra al Palazzo Civico di Sarzana (Comune di Sarzana, Ass. alla Cultura).


   1998

 Mostra degli artisti spezzini, Giardini del Centro Allende, La Spezia.


   1999

 Artisti alla Spezia nel ‘900”, Prefettura della Spezia.


   2000

 Iubilaeum A. D. 2000“, Fondamenta di San Pietro, Portovenere (Comune di Portovenere, Ass. alla Cultura).

 Giubileo in Val di Vara”, Museo Diocesano, Bugnato.


   2003

 Esecuzione di tre rilievi in bronzo per il Circolo “G. Agnes” della Spezia.


   2004

 Differenze” - Mostra collettiva di pittura e scultura, Centro Allende, La Spezia.

 Emergenze 2 /altri artisti in un mondo in allarme” – Fortezza di Sarzanello,  Sarzana;Torre Carolingia, Framura;   Fondamenta di San Pietro, Portovenere.

 Cielo Mare Terra e Oltre” – Istituto L. Einaudi, La Spezia.

 Ego sum panis vivus” – Auditorium Cattedrale di Cristo Re, La Spezia.


   2005

 Natura morta oggi” - Centro Salvador Allende, La Spezia.

 Attaccar bottone” - Centro Salvador Allende, La Spezia.

 Migrazione” - Centro Culturale Dialma Ruggiero, La Spezia.


   2009 2010

 Personale “quattroterzipigrecoerretre” Finestra sul Golfo CAMeC,

 Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia.


   2011

 Vibranti emozioni” - spazio espositivo Nuovo Abitare Arte, Carrara.


   2011 2012

 Campagna, Ferrari, Pertile” - showroom New England Abbigliamento, La Spezia.


   2013

 Pittori per la musica” - Galleria il Gabbiano, La Spezia.

 “Pittori per la musica” - Prefettura della Spezia.

 Levigliani WineArt 2013” - associazione Imaginificat - Levigliani (Stazzema - LU).


   2014

 SEART” - associazione Imaginificat - yacht dei cantieri Sanlorenzo - 53° Salone Nautico di Genova.

 NaturArtefax” - Fortezza Firmafede - Sarzana (SP).

 Sguardi sul sociale” - Circolo Pd Pegazzano Biassa - La Spezia.


   2016

 A ruota libera” - Atelier d’arte C18 - La Spezia.


   2017

 “Generazioni. Gli artisti della città a confronto” - CAMeC, La Spezia.

 The Italian Wave - Contemporary Artists in Bayreuth” - Neues Rathaus, Bayreuth.


   2018

 La Gabbia” - Galleria il Gabbiano, La Spezia.

 La Gabbia” - Studio Gennai, Pisa.

 Uomostrutturambiente” - Museo del Castello di San Giorgio, La Spezia.

 The Italian Wave - Contemporary Artists in Bayreuth” - Palazzina delle Arti, La Spezia.


  2019

 “Omaggio a Birolli” - Oratorio della Ss. Annunziata di Manarola (SP).


 

ANTOLOGIA CRITICA

Sul suo lavoro hanno scritto: F. Battolini, R. Bavastro, L. Bernardi, S. Benedetto, M. Borzone, G. L. Burrafato,
E. Crispolti, V. P. Cremolini, E. Formica, A. Laghi, F. Ortis, M. Ratti, G. Riu, C. Roselli, F. Rotundo.

 

Presenta un buon numero di disegni che ne rivelano l'attività prevalente, dopo alcune esperienze pittoriche, attestatasi nella scultura. Ma i disegni sono apprezzabili ben altrimenti che non come studi di preparazione per qualcosa da realizzare e che verrà. I disegni di Pertile sono opere compiute, di esecuzione leggera ma d'impianto robusto e notevole forza espressiva ...

Romano Bavastro 

Carrara, dicembre 1974

 

 

... il "fatto culturale" più stimolante dell'opera del giovane maestro ci sembra però l'equilibrio che la materia consegue nello "spazio", equilibrio che è suscettibile di un discorso qualitativamente nuovo (anche per la nuova nozione tecnica che implica) rispetto ad un tipo di percezione delle "invenzioni". Le forme di Pertile aprono perciò una problematica estremamente originale dal punto di vista strutturale, oggettivo e della "comunicazione" ...

E. Cerulli

Genova, agosto 1975 

 

 

L'inizio, la partenza di questo giovane scultore cadono (e può sembrare ben strano visti i risultati attuali) sotto il segno di una accurata ricerca figurativa, di cui ricordo bene alcuni bassorilievi risolti con una delicatissima tinteggiatura di colpi di stecca... • ...il passaggio da questo sottile lavoro di atelier alla più dura presa di possesso della situazione attuale non è da credersi causato da improvviso abbaglio o folgorazione e, meno che mani, da un ossequiare la moda del tempo. AI contrario, dalla lucida presa di coscienza dei ben precisi obblighi quali la scultura è tenuta ad assolvere se non vuole esaurirsi in una inutile, se pur piacevole accademia. Perché qui non si può più parlare di lavoro, meramente fine a se stesso, ma bensì di opera, pregnante di significato, e sia significato in questo caso sinonimo di spazio, città ...

Felicia Rotundo

Siena, luglio 1976

 

 

...Potremmo quasi dire che questi suoi pastosi e convessi ciottoli si aggreghino sull'incerto limitare che divide il vuoto dai grumi serrati e fitti delle presenze reali, come se i fasci di energia che percorrono l'universo materiale si solidificassero in sparsi lampilli, ancora curvati da potenze soverchianti e primigenie. Pure, in questi detriti lapidei, apparentemente inerti e grevi, si sviluppano tensioni dinamiche capaci di produrre turgide masse centrifughe, a guisa degli stadi di una divisione cellulare, che ci riportano alla coscienza di una bipolarità essenziale delle cose, di una dialettica "positivo-negativo" in cui simbolicamente si riassume un momento strutturale del nostro vivere ...

Gian Luigi Burrafato 

La Spezia, novembre 1977 

 

...propone una più complessa struttura binaria, che accenna ad intrecciarsi; con l'intenzione anche d'una diversità cromatica del marmo. Mira ad un'eleganza strutturale, come figura formale nello spazio.

Enrico Crispolti

Siena, dicembre 1985 

 

 

...È dunque ben chiaro che Pertile mi ha sorpreso e con molto piacere mi sono avvicinato alla sua ricerca plastica caratterizzata dalla forza espressiva di opere modellate in creta o fuse in bronzo; sculture tanto semplificate nella forma, seria e solenne, quanto impegnative allorché se ne vorrebbe carpire il significato penetrando con cauto incedere nella loro arcana personalità ... ...La loro fissità è l'opposto della rigidità; esse agitano, infatti, il nostro pensiero raccogliendo eco lontane che muovono confronti, e colloqui silenziosi intraducibili con le parole. Ed ancora la verticalità delle forme, spogliate di ogni decorativismo, esaltate esternamente da una nudità arcaica e nell'intimo da un'anima spiritualmente e intellettualmente vicina all'uomo, genera un desiderio di sublimazione, un dinamismo che aspira all'alto ... ...Scultura viva, dunque, questa di Roberto Pertile rapportata con la storia e nella storia; sostenuta ed attivata da un mutuo scambio di sentimenti che l'uomo e l'ambiente si trasmettono reciprocamente; sculture che nei loro profili enigmatici emanano una fresca innocenza annunciando che qualcosa deve cambiare ...

Valerio P. Cremolini

La Spezia, febbraio 1986 

 

 

Fu Roger Fry a distinguere nella scultura due processi, rispettivamente di oggettivazione e di soggettivazione, in relazione alla tecnica; il primo si dà nel modellato che presuppone la funzione e la rappresentazione, il secondo nell'intaglio (carving) ch'è azione condotta sulla materia per mezzo della tecnica, azione ch'è omologa dei rapporti che l'uomo istituisce con la realtà attraverso il fare.
Nelle sculture di Roberto Pertile prevale questa seconda direzione: c'è un'eredità di forme di matrice organica una volta legate al mito della grande madre, della natura contrapposta alla civilization (industriale): ma è un'eredità di forme, non di aspirazioni, perché su di essa incide la ferita che l'uomo imprime sulla natura con la sua storia ...

Luigi Bernardi

Firenze, febbraio 1986 

 

 

Le forme di Roberto Pertile stupiscono per l'estremo rigore del modellato, per l'accurata ricerca sui materiali che, assemblati con equilibrio e misura, contribuiscono ad esaltare la coerenza dell'insieme. Pervenuto alla ricerca scultorea dopo esperienze di grafica e design, l'artista sembra rifondere nelle sue immagini quegli echi lontani. Essi si precisano nella equilibrata scansione dei piani e delle superfici in un certo particolare uso della luce e dei toni luminosi, che, nate da una capacità di indagine, decantata, e "a priori", ne precisano e ne sottolineano l'atteggiamento orientato verso una precisa progettualità ... ... AII'interno di una tematica che si riconosce, soprattutto nelle prime opere, in una complessa struttura binaria che accenna ad intrecciarsi, e che spesso è sottolineata da una diversita cromatica del marmo, la ricerca di Pertile mira a denunciare diversi e differenziati immaginari. Immaginari complessi e intriganti che danno vita a forme totemiche antropomorfe e che, a tratti, si arricchiscono di una matrice simbolica più evidente ...

Anna Laghi

Firenze, maggio 1988 

 

 

...Con capacità tecniche che solo l'Accademia può fornire, e che rasentano talvolta il virtuosismo, Pertile prende spunto da superfici polite e forme concluse, in qualche misura ricollegabili a Brancusi o a Wildt, per citare solo due esempi, per sviluppare i temi della frattura, della piega e soprattutto del risultato plastico ottenuto per aggregazione. È fin troppo forte la tentazione di attribuire significati simbolici al linguaggio plastico di Pertile, ma ritengo che la sua indagine sia indirizzata piuttosto verso i contrasti tra materiali diversi (marmo nero del Belgio e bianco di Carrara, marmo e cemento, venature), in una sorte di "collage materico ad alta densità" che solo chi vive all'ombra delle Apuane può concepire. Pertile usa tutti i materiali, cemento, gesso, bronzo, alluminio, con la disinvoltura di un artigiano del passato; evoca nasi, bocche, profili e articolazioni senza mai risultare descrittivo; propone, di volta in volta, qualcosa che non è un gioco di costruzioni, perché troppo pesante, né la porta del tempio di Hakone, perché troppo bianca, e neppure un frammento della Gare d'Orsay, perché troppo piccola ...

Mara Borzone 

La Spezia, giugno 1988 

 

 

... il suo linguaggio plastico, segnatamente, è un'esaltazione di incontri concertati di forme che si propongono come mezzo e offerta di meditazione e come squarci di un paesaggio simbolico interno denso di suggerimenti pur nella sua pulita essenzialità ... ...Interessanti anche le proposte grafiche in cui si leggono chiaramente gli intendimenti originari della scelta plastica e soprattutto le sue sobrie limpidezze...

Ferruccio Battolini 

La Spezia, luglio 1988 

 

 

... Pertile modella la realtà oggettiva quanto basta per rimanere nella dinamicità del reale senza incorrere nell'alea di un'astrazione che giunga a deturpare il suo primo moto di artista ... ... Eccole ora queste immagini plastiche di Roberto che occupano spazi che sono di natura quasi mitica, per lui artista misteriosa e perciò di una preziosità inconsueta. La luce sfiora queste cose siano esse un ricordo trilitico come il "frontone" o un'immagine di vittoria alata, compatta e solida nella sua volumetrica essenza. È la luce che le addolcisce e nel contempo le rende ponderose estraendole dalla dimensione natura listica per immergerle in una sorta di concetto-forma atemporale, etico e spirituale. Ne scaturisce la scoperta suggestione eccitata da un racconto plastico inconsueto che tende ad esularsi da tutto ciò che ha sapore di fucina tecnologica per apparire mera invenzione poetica al di là di un qualsiasi capriccio formale del momento. Questa impalcatura plastica, luminosa che racchiude e conclude le forme compiacenti dell'annullarsi nella loro stessa squisitezza, si riscontra anche nei disegni impregnati di arcane presenze totemiche, di imperiture profondità archeologiche. Insiste nei disegni traccia d'ispirazione mistica, dunque, resa più materica dalla timbricità del colore mai squillante, comunque, ma riverente a certi valori ideali, gli stessi che esercitano ancora come da millenni fanno la fantasia dell'artista ...

Franco Ortis

La Spezia, maggio 1989

 

 

Una struttura figurativa affidata al simbolo, una narrazione che rende immanente, con segno emateria, l'immagine del trascendente. Arte "semplificatrice" per esprimere l'essenza salvifica del sentire cristiano. Anche la croce, composta a formelle, mosse per provocare la luce, allarga il suo significato fino a diventare luogo di convergenza e, insieme, nucleo dal quale prende corpo l'idea di comunione. Ma al di là della coerenza ideale al tema giubilare, sono le invenzioni formali a rendere significativa l'opera di Pertile, quelle per le quali l'interpretazione individuale diventa secondaria in rapporto alla considerazione che la scultura esiste per proprio conto, per il linguaggio specifico che la definisce,"quel modo" legato alla sensualità eall'uso delle materie, alloro accostamento, alla struttura portante insita che"fa stare in piedi", a quella stesura dei piani con i quali lo spazio viene dinamizzato o inventato. Ed è il "modo" a rendere possibile il passaggio di senso.

Giovanna Riu

La Spezia, agosto 2000

 

 

Roberto Pertile si oppone ai mali del mondo con intento costruttivo, sorretto da una fiducia di fondo nell'uomo che si traduce in un profondo afflato spirituale. Le sue sculture riconducono dunque a ragione il caos, disciplinando in un ordine volontaristico le tensioni centrifughe di un universo fragile. I suoi totem occidentali sono permeati di religiosità immanente e spinoziana, in una auspicata comunione non solo degli esseri viventi, ma delle cose. L'approccio olistico dell'artista considera con rispetto i materiali, valorizzandone il loro aspetto naturale più che la loro proprietà di manufatto. Sono sculture adatte all'aperto, dialoganti con l'ambiente come i templi greci, solenni per dimensioni ed equilibrio: nessuna hybris e nessuna falsa modestia, solo una fermo rifiuto di farsi coinvolgere nel gioco al massacro di un'umanità che "soltanto un dio potrà salvare".

Enrico Formica

La Spezia, marzo 2004

 

 

Crescita di forme.

Non potete toccarle, ma potete immaginare di farlo: perché non c’è modo migliore del tatto per conoscere le sculture di Roberto Pertile, nelle quali domina la coerenza assoluta tra contenuto e forma, tra materiale e tecnica. Ogni termine richiama l’altro in una forza attraente inevitabile. La tecnica segue l’idea, ma quest’ultima è condizionata dalla scelta operativa che ne concretizzerà il concetto.

Da un punto di vista progettuale, le opere di Pertile nascono da un germoglio ideativo che nasce quasi sempre con un riferimento al mondo naturale –germoglio appunto mi sembra un termine adatto a descrivere il processo - ; passano poi attraverso una bozza grafica sommaria ossia quel disegno per forme e per piani tipico di chi pensa già in tre dimensioni, quindi si innestano con le suggestioni dei temi e delle forme della classicità. Venere, Apollo, Dafne sono solo l’indizio del filtro della cultura che ci riporta agli albori del pensiero occidentale e soprattutto al momento magico della fusione fra umanità e natura, al di qua delle sovrastrutture soggettive e dei sedimenti storici. Non c’è un riferimento preciso neppure preordinato, solo le ragioni dell’armonia, della ponderatio e dell’eleganza classiche, trasposte nell’attualità del linguaggio plastico. Essere nel tempo, essere nello spazio, avere una funzione sono invece le direttive fondanti l’azione creativa.

Pertile ricerca il senso della fisicità della scultura nella scelta dei materiali - legno, ceramica, marmo, impasti - e nella collocazione ideale dei lavori all’interno della scena urbana. L’ambientazione fotografica proposta in mostra rende plausibile la destinazione della scultura e ne verifica la tenuta attraverso l’ingigantimento in scala. Non è un trucco ad effetto, ma una rigorosa prova del nove, un’applicazione del metodo munariano, per capire se davvero tutto funzioni.

Di scultura in scultura, la sfera o simbolicamente l’uovo richiamano al simbolo della rinascita e della perfezione senza inizio né fine.

L’uovo ha una forma perfetta benché sia fatto col culo. Munari docet.

Marzia Ratti

La Spezia, dicembre 2009

 

 

Una scultura-totem senza titolo

Pinze, martelli di ferro e di gomma, cacciaviti, occhiali protettivi, squadre, gradine e scalpelli, trapani, flessibili, raspe, stecche e mirette... No, non siamo in un’officina. Siamo nello studio di uno scultore.

L’idea di Roberto Pertile maneggia grammatiche e concretezze. Occhi e mani per dar forma all’immagine della sua mente. Costanza e fatica. Mente, occhi e mani per guidare la creta, carezzarla e levigarla. Decidere se un particolare è pertinente. Domare la materia, renderla plasmativa (muscolo e materia prima ma non determinante). Gesti gestanti. Una lotta, dolce ma lotta, per sapere di dominare l’altro (il teatro della lotta: lo studio). Poi l’attesa dell’evaporazione, poi gessi, poi, a volte, siliconi, alginati. Costanza, fatica, travaglio che sembrano far obliare a Roberto il travaglio del rumore di fuori, di un camion che fila per l’autostrada (… Milano, oltre, al sud, chissà… quello che viene da un luogo deve ben esse diretto in qualche luogo… forse un camion pieno di fantasia, o forse un altro guidato da un argonauta, o forse – oh no! – da un negriero, o forse il rombo di un tir che va a sgravidarsi di un container per contribuire a quel grande cumulo colorato che forse è la più bella installazione all’aperto realizzata a La Spezia).

Il camion ha portato me fuori strada. Non Roberto. Roberto, malgrado il rumore, paziente nel suo studio. Da fuori, dalla portafinestra tinteggiata di giallo di marte, in un giorno di luglio scendono nel seminterrato una luce giallo-cadmio-chiaro e spicchi di verde di cadmio.

Roberto, pregnante di discreto rigore latente quanto le sue sculture, sembra, qui nel suo studio, prendere le distanze da un “mondo superbo e sciocco”. E così, in questa tebaide, o meglio in questo suo ortus conclusus dove fioriscono alberi di cuori da lui levigati col suo cuore, sorge una scultura che a me pare un totem: – Che titolo ha? – Questa? – No quella di centro. – Quella a destra? – No, quella di centro. – No, questa non ha titolo. – (mi allontano con Silvia) A domani. Caffè? – Va bene. Alle 16. – Alle 16.

Mi allontano pensando a quella scultura-totem senza titolo: è di media misura (non supera forse i 40 centimetri di altezza), in terracotta di un rosa inquietante; di media misura ma misura non ha: potrebbe essere un totem silente verso l’orizzonte come una farfalla di Tula, ma invece è pregnante di una somma mitezza, pulsante ancora di terra e fuoco, con una discretezza del non esplicito eppure sempre latente. Di media misura? Ma no! Un grande totem nello spazio. Una grande Madre-Terra.

Silvio Benedetto

La Spezia, luglio 2018

 

 

La scelta dei materiali, la limpidezza delle linee, la levigata pulizia delle superfici collocano Roberto Pertile nel solco di una tradizione austera. L’espressione del sentimento, in precedenza frenata da un naturale riserbo e subordinata all’esaltazione delle forme pure, si fa in questi lavori più evidente per la ripetuta presenza del tema del cuore, che spicca quasi come un ossimoro in opere così arcaiche e controllate. L’esperienza del tempo che passa ha infuso calore, fatto cadere remore, concesso un naturale sfogo all’istinto, sempre nel quadro di una sorvegliata fedeltà alle ragioni dell’arte.

Enrico Formica

La Spezia, luglio 2018

Share by: